Un collaboratore difficile: il caso di Alessio.

scacchi

Il caso quasi vero di un collaboratore difficile.

Vi è mai capitato un collaboratore difficile? Una storia quasi vera del mio passato di manager.

«Non sono d’accordo»

«Non mi sembra la soluzione migliore»,

«Se facciamo così sarà un insuccesso»

Sempre di questo tenore erano le conclusioni di Alessio, uno dei miei collaboratori di primo livello.

Non importa se si trattava di un progetto, di una pianificazione, di un’azione specifica. Dopo la discussione con il team il finale era sempre lo stesso.

Eppure Alessio era un ottimo collaboratore. Un venditore eccellente che sapeva negoziare anche in trattative complesse e con clienti difficili. Se lo lasciavi da solo, rendeva al meglio, nel momento in cui bisognava fare squadra e prendere decisioni comuni un vero disastro.

Nonostante fosse una persona empatica e gradevole, i rapporti con i colleghi si stavano deteriorando nel tempo per questi suoi atteggiamenti e il clima dell’intero team ne stava risentendo.

Che fare?

Ho provato a parlargli e l’impressione era che non capisse, o non volesse capire, l’importanza del lavoro in team e la condivisione delle decisioni.

Si rifugiava sempre nei suoi risultati, sempre eccellenti, sempre coerenti con gli obiettivi, spesso migliori degli obiettivi stessi.

Che fare?

Ho ricordato un corso di formazione manageriale sulla Leadership al quale avevo partecipato e sono andato a riguardare i miei appunti sui comportamenti efficaci per la gestione del personale.

Ho riflettuto e alla fine ho convenuto che l’atteggiamento di Alessio era in gran parte generato da miei errori comportamentali.

Credevo di coinvolgere i collaboratori ma in effetti desideravo solo che accettassero decisioni da me già prese.

Credevo di tenere conto delle opinioni di tutti, ma di fatto banalizzavo ogni idea che fosse differente dalla mia.

Credevo che tutti i collaboratori tranne Alessio sapessero fare squadra mentre in verità accettavano supinamente le decisioni del capo. Alessio era l’unico che avesse il coraggio di dissentire anche se lo manifestava in modo rude e antipatico.

Che fare?

Il corso al quale avevo partecipato mi aveva fornito tutti gli elementi per modificare i miei comportamenti, renderli manageriali e quindi efficaci.

È stato sufficiente metterli in pratica per cambiare l’atteggiamento non solo di Alessio ma, di conseguenza, dell’intero team.

La “Leadership” e le sue dimensioni non sono un concetto astratto ma la conclusione di un percorso formativo che aiuta a completare le competenze dei Manager a tutti i livelli.

Anche Alessio adesso lavora con più soddisfazione continuando ad essere un eccellente venditore.

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Rocco Pedatella

Rocco Pedatella consulente esperto di management e comportamenti organizzativi

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