Per reperire le risorse finanziarie, di credito o di capitale, per avviare un’attività in proprio esistono, in sintesi, 4 canali di accesso:
- Quello più tradizionale, ma anche il più difficile, del credito bancario
- Quelli più innovativi dei fondi di Private Equity, i Venture Capital e i Business Angels, interessati al business e alla partecipazione nel capitale
- Accesso a contributi pubblici a fondo perduto o agevolati
- Da ultimo perchè è il più nuovo e meno sviluppato, il Crowdfunding, ovvero la raccolta diretta di risorse finanziarie direttamente dai privati.
In quasi tutti i casi la prima cosa da fare è quella di realizzare un Business Plan, ovvero un progetto dettagliato in cui definite cosa fare, con chi e con cosa. In altri termini occorre descrivere l’iniziativa, studiare il mercato di riferimento e definire i tempi e le risorse necessarie per la sua realizzazione. Il tutto va tradotto in una serie di conti economici e stati patrimoniali per gli “n” anni necessari per arrivare a dei risultati soddisfacenti (ad esempio 5 anni).
Si tratta di un esercizio molto teorico, ma necessario per convincere i vostri interlocutori, ma anche voi stessi, della bontà della vostra impresa e, soprattutto, che avete pensato a tutto (o quasi) quanto serve per realizzarla. Per realizzare un buon BP è necessaria una certa competenza di carattere economico per la quale, se non siete dei professionisti, può essere utile farsi aiutare da esperti in materia. Ciò non toglie che dovrete studiare questo documento a menadito e saperlo spiegare e presentare ovunque in modo convincente, essendo in grado di rispondere a tutte le domande che i vostri interlocutori (più o meno preparati) vi faranno.
Per chi vuole approfondire la materia segnalo una guida molto completa che trovate sul sito della Borsa italiana e indirizzato alle aziende che si vogliono quotare; si tratta pertanto di un manuale per la redazione dei Business Plan (alias, Piani industriali) più complessi, ma che ha il vantaggio di essere molto esaustivo
https://www.borsaitaliana.it/old/mercati/homepage/comequotarsi/listingguides/guidaalpianoindustriale_pdf.htm
Ma torniamo ai 4 canali
- Il credito Bancario
Per le banche la realizzazione del BP è una condizione necessaria, ma non sufficiente all’erogazione del finanziamento. Alle banche infatti più che la bontà del progetto, che, tra l’altro, non sempre sono in grado di comprendere, interessa la vostra solvibilità. Per questo per concedere un finanziamento si cautelano chiedendo garanzie reali che coprano abbondantemente (altra cautela) il valore di quanto erogato. Queste cautele diventano pertanto lo scoglio principale al raggiungimento dell’obiettivo di farvi prestare dei soldi.
Quindi se rientrate nella schiera di coloro che non dispongono o non vogliono disporre del patrimonio necessario a fornire tali garanzie, c’è la strada dei Confidi, consorzi mutualistici che prestano garanzie collettive, generalmente per una parte del finanziamento richiesto e che per lo più svolgono anche attività di consulenza finanziaria agli associati. A questo proposito si veda per esempio quanto propone Confidi Lombardia http://www.confidilombardia.it
Un’ altra strada alternativa alle banche è il microcredito che eroga direttamente i finanziamenti (max 25 k€) e affianca l’imprenditore con servizi di supporto http://permicro.it
Per concludere, vi è il tema delle Start-up innovative (società di capitali con business improntato all’innovazione e alla tecnologia) un soggetto introdotto nel 2012 nell’ambito del “Decreto crescita 2.0” che, oltre ad una serie di agevolazioni, anche fiscali, volte a semplificare la costituzione e l’esercizio di questo tipo di società, ha la possibilità di accedere al Fondo Centrale di Garanzia http://www.comfidi.it/in-primo-piano/108-fondo-di-garanzia-per-le-pmi-del-ministero-dello-sviluppo-economico-legge-66296 che può garantire fino all’80% del finanziamento erogato. Per approfondire il tema si rinvia a due siti che trattano il tema delle STI sono http://startup.registroimprese.it/ e http://www.pmi.it/tag/start-up-innovativa
- Private Equity, Venture Capital e Business Angel
Questi soggetti, come dicevamo, sono interessati ad investire nel capitale delle società e quindi ne diventano soci, condividendo così in tutto e per tutto il rischio imprenditoriale. Non chiedono garanzie, ma sono interlocutori molto esigenti e vorranno capire il più possibile della vostra idea e poiché di mestiere valutano BP, ne dovrete fare uno inattaccabile e convincente.
Per un elenco degli operatori presenti in Italia e per alcuni approfondimenti si rinvia al sito dell’associazione di categoria dei fondi http://www.aifi.it e quelle dei business angels http://www.italianangels.net ; http://www.iban.it e http://www.clubdeglinvestitori.it
- Contributi pubblici
Si tratta di contributi concessi a vario titolo (conto capitale, conto esercizio, fondo perduto) con vincoli più o meno stringenti.
In questo caso la cosa più difficile è conoscere per tempo le opportunità che vengono offerte e avere la giusta fortuna di rientrare nelle categorie di soggetti che vi possono accedere. I canali informativi sono i più diversi, ma i più importanti sono le associazioni di categoria, le camere di commercio e gli enti locali.
Una volta conosciuto e dopo aver verificato di possedere i requisiti necessari, occorre studiare molto bene il bando in modo da poter presentare una domanda perfetta. Infatti, essendo gli interlocutori enti pubblici, il rispetto della forma è fondamentale per l’esito positivo della domanda.
Per i manager disoccupati (dirigenti e quadri) vi è attualmente l’interessantissimo bando Manager to Work promosso da Italia Lavoro http://www.italialavoro.it/wps/wcm/connect/ProgettoManager/Root/Bandi/BandoLavoratori/ che offre un contributo a fondo perduto fino a €25.000 da utilizzarsi per avviare una nuova attività in proprio. L’interesse per questo contributo è dato dal fatto che i vincoli per l’erogazione sono molto limitati (tra questi che le spese devono essere sostenute e che l’attività deve essere mantenuta in vita almeno per tre anni). Purtroppo però, se da un lato c’è tempo fino al 31/12/2014 per fare domanda, attualmente i fondi sono esauriti, ma, visto il successo, si spera che il bando sia rifinanziato e che vengano messi in circolo i fondi non utilizzati (erogati, ma non spesi). Si consiglia quindi di inoltrare comunque la domanda anche perché il criterio di assegnazione, a fronte di fondi limitati, è quello della data di ricevimento.
- Crowdfunding
Si tratta di uno strumento molto recente attraverso il quale si raccolgono fondi presso il pubblico mediante piattaforme internet. I fondi possono essere richiesti a titolo di donazione (di solito per iniziative benefiche o culturali), premio (ad esempio chiedo soldi per una start-up e in cambio fornisco gratuitamente dei beni o servizi che produco), finanziamento e capitale.
Per quanto riguarda la raccolta di capitale, in Italia c’è la prima legge al mondo (ogni tanto un primato!) che regola la materia (art. 30 d. lgs. n 179/2012 e Reg. Consob. 18592/2013) e forse è anche per questo che non vi è ancora alcuna iniziativa andata a buon fine! Infatti si tratta di una norma un po’ troppo garantista che pone vincoli eccessivi( uno fra tutti è posto l’obbligo vincolante che il 5% del capitale sia sottoscritto da investitori istituzionali, ovvero se viene raccolto il 95% di quanto necessario presso il pubblico, ma non si trova un investitore istituzionale che sottoscriva il 5% residuo, la raccolta non si può concludere e i soldi devono essere restituiti!). I soggetti autorizzati ad operare in Italia già operativi sono http://www.starsup.it/, http://www.unicaseed.it/ oltre a quelli in itinere http://www.assitecacrowd.com/ e http://www.smarthub.eu/
Per quanto riguarda invece gli altri tipi di crowdfunding, non soggetti alla normativa, si rinvia ai seguenti siti per approfondimenti:http://www.eppela.com/ita/content/eppela/ in Italia, oppure gli americani https://www.indiegogo.com/ e https://www.kickstarter.com/ , http://www.asarva.org/categoria/risorse-e-innovazione/credito/