Difficoltà e intelligenza emotiva

L’autoconsapevolezza come forma di responsabilità

Il difficile momento attuale pone di fronte a tutti noi una grande sfida chiamata responsabilità. Una responsabilità collettiva, familiare, che riguarda le nostre città, le nostre regioni, l’intera Italia, ma ancor prima una responsabilità individuale. Siamo chiamati, come singoli, a fare la nostra parte, anche quando questo significa affrontare una delle più difficili sfide per l’uomo: gestire le proprie emozioni.

Si dice che dai momenti di crisi e di difficoltà ci sia sempre qualcosa da imparare: queste lezioni – seppur poco piacevoli – sono tuttavia dense di valore. Questo tempo sospeso imposto può diventare un tempo sospeso concesso, può insegnarci molto, partendo proprio da una più forte e lucida consapevolezza di noi come individui.

Centrare l’obiettivo: l’arte della resilienza

Abbiamo l’opportunità di riscoprire, ad esempio, l’antica arte dell’autocontrollo, termine obsoleto, magari fuori tendenza per la letteratura moderna (di management e non solo), ma fondamentale per la gestione individuale, di team, organizzativa.

Come ben spiegano Goleman e Trabucchi la capacità di autocontrollo è «l’essenza stessa dell’autoregolazione delle emozioni»* ed è la componente essenziale della resilienza, ovvero la «capacità di motivare sé stessi, persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo, evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare».

Ecco perché la resilienza risulta essere una delle capacità più contemporanee e efficaci: alleniamola! La domanda ora viene spontanea…ma come?

Proviamo a dare qualche spunto:

  • Partire sempre da una forte autoconsapevolezza, ricordarsi qual è l’obiettivo, qual è la missione che stiamo perseguendo. La chiarezza d’intenti sostiene i comportamenti (anche nelle difficoltà);
  • Ricordarsi di altre situazioni in cui si è stati resilienti, come Bandura insegna: l’autoefficacia si nutre anche ricordandosi delle proprie esperienze dirette positive;
  • Avere una rete di sostegno aiuta a rimanere concentrati sui risultati da ottenere anche nei momenti più complessi
  • Infine… il vero segreto è farlo. Tradurre l’intento in azioni concrete, in comportamenti efficaci è l’unica spinta necessaria per avvicinarci all’obiettivo. Just do it!

Un alleato: il coaching

Un forte boost alla resilienza e alla capacità di perseguire (nonché individuare) obiettivi può essere far ricorso ad un percorso di coaching.

Il coaching inteso come partnership e processo creativo per massimizzare il proprio potenziale** accelera la crescita dell’individuo consentendo di focalizzare in maniera più efficace e consapevole gli obiettivi da raggiungere e le scelte da porre in atto. Affrontare un percorso di coaching non significa abilitare nuove capacità, ma essere disposti a un cambiamento partendo da potenzialità – magari timide – ma già esistenti. È per questo che parliamo di allenamento e non di costruzione: è già tutto a disposizione; bisogna soltanto riscoprirsi e fortificarsi.

* D. Goleman Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici”
**ICF Italia

 

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Nicola Chighine

Co-Active Coach

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