Meditazione e creatività, 
la giusta via per l’innovazione

La via della meditazione e della creatività

Le ricerche esistenti sulla creatività hanno esaminato le sue diverse relazioni con variabili quali, ad esempio, i correlati neuronali, l’immaginazione, i tratti della personalità o l’ambiente. Un’area di interesse in forte crescita riguarda la relazione tra la pratica meditativa e la creatività.

La creatività è spesso definita come la capacità di sviluppare idee o soluzioni nuove ed efficaci. Sempre più si sta affermando l’idea che questa capacità sia fortemente connessa con le emozioni, l’attenzione, lo stress, il benessere e la consapevolezza di sé e del mondo.

Gran parte della letteratura scientifica suggerisce che la relazione tra consapevolezza e creatività è positiva: lo sviluppo della consapevolezza attraverso la pratica meditativa migliora la capacità di concentrazione, diminuisce la paura di essere giudicati e l’autocritica. Tutte qualità correlate con la creatività: la capacità di rilassarsi (che dipende dalla capacità di concentrazione), la capacità di prendere dei rischi (che richiede la mancanza di paura di essere giudicati), la curiosità e l’apertura all’esperienza (che dipendono dalla mancanza di autocritica).

I meditatori esperti sono più abili nel risolvere i problemi. In particolare, lo sviluppo della consapevolezza è associato a una maggiore capacità di cambiare prospettiva e rispondere alle situazioni in modo non abituale, il fulcro della creatività.

Mind-wandering e creatività

Quando si indaga la relazione tra creatività e pratica meditativa, emerge però una questione importante: il mind-wandering.

Se il mind-wandering è associato al perdersi nei pensieri senza rendersene conto, la pratica meditativa ha uno scopo inverso: portare l’attenzione e la consapevolezza ai pensieri per districarsi da essi. D’altro canto, la creatività è stata associata positivamente al vagabondaggio mentale che stimola nuove idee o nuove connessioni. Il mind-wandering è apparentemente contrario alla mindfulness, eppure il mind-wandering è correlato in modo affidabile al pensiero creativo e ai risultati creativi.

Gli studiosi della creatività sono stati a lungo incuriositi dal fatto che uno stesso problema creativo possa essere risolto sia attraverso il pensiero analitico, sia attraverso un’intuizione spontanea. La ricerca ha dimostrato che la risoluzione dei problemi per via analitica e per intuizione è associata ad attività cerebrali diverse. L’attività del ‘Default Mode Network’ (DMN) è correlata al mind-wandering e alla risoluzione dei problemi per intuizione. L’attività dei correlati neuronali della consapevolezza invece inibisce il DMN e promuove la risoluzione dei problemi per via analitica.

Open-monitoring e meditazione di attenzione focalizzata

D’altro canto, sebbene la consapevolezza e il mind-wandering siano molto diversi, non necessariamente si escludono a vicenda nella pratica meditativa. Due delle principali tecniche più frequentemente discusse in letteratura sono la meditazione di monitoraggio aperto (open-monitoring) e la meditazione di attenzione focalizzata. L’open-monitoring è la pratica di osservare e prestare attenzione a qualsiasi stimolo, sensazione o pensiero senza concentrarsi su un oggetto o un concetto in particolare. La meditazione di attenzione focalizzata, invece, consiste nel concentrare l’attenzione e la consapevolezza su un oggetto specifico.

L’open-monitoring permette attraverso il potere della consapevolezza di reclutare il DMN per un mind-wandering deliberato. Il risultato è un effetto positivo sulla produzione di idee creative e originali senza gli effetti negativi del mind-wandering spontaneo, che è associato all’insorgere di emozioni distruttive, stress e malessere.

La ricerca e la pratica suggeriscono che, quelle che inizialmente sembrano dinamiche contrastanti, il mind-wandering e la consapevolezza meditativa, possono invece integrarsi l’un l’altra promuovendo la creatività. La consapevolezza meditativa, insieme al mind-wandering, può consentire al vagabondaggio mentale di avere maggiore potenziale per immaginare e pensare in modo creativo.

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Samuele Chiaramello

Samuele Chiaramello Ph.D. in neuroscienze presso l'Università Claude-Bernard, Lione (Francia). Principale attività di ricerca: neuroplasticità nell’età adulta. Esperto studioso di filosofia e psicologia buddhista e meditazione. Ispirato dal suo maestro ha completato una specializzazione in neurobiologia interpersonale con il Dr. Daniel Siegel (Mindsight Institute, California). Istruttore certificato di Cultivating Emotional Balance (C.E.B., Santa Barbara Institute for Consciousness Studies, California) formato da B. Alan Wallace Ph.D. ed Eve Ekman Ph.D., conduce workshop e coaching individuale per promuovere il benessere e la crescita personale.

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