L’entusiasmo è contagioso
Questa frase è stata speso utilizzata nel management per far capire quanto un capo ottimista sia più motivante di uno pessimista. Mi vengono in mente ad esempio Jack Welch e Steven Covey che hanno dedicato interi capitoli di loro libri all’argomento. È noto da diverse statistiche che i manager ottimisti ottengo migliori risultati di quelli meno ottimisti in oltre il 70% dei casi.
Siamo reduci da due esperienze formative con dei giovani in cui l’entusiasmo e l’ottimismo è stato un ingrediente molto importante per il risultato.
Naba e Fastweb Digital Academy
In entrambe le iniziative, la prima alla Naba (Nuova Accademia delle Belle Arti) la secondo alla Fastweb Digital Academy, abbiamo utilizzato come metodologia formativa uno dei nostri business gameAsso.
I due corsi erano simili sebbene per la Naba la durata fosse più lunga. I temi erano il problem solving (una delle competenze manageriali ritenute prioritarie oggi) e una breve infarinatura di gestione aziendale. I giovani avevano provenienze molto differenziate, pochi avevano effettuato studi di economia.
Questa metodologia formativa, basata sul processo di apprendimento try & error, è ormai consolidata nelle migliori università e business school del globo, ma come tutte le innovazioni digitali stenta a decollare in Italia soprattutto quando la decisione, se adottarla o meno, spetta a persone che per ragioni culturali (studi, attitudine, età, esperienze) sono molto lontani nei fatti e nelle capacità (non nelle parole) dalla trasformazione digitale.
Trasformazione che abbiamo ormai capito essere una nuova onda lunga di rivoluzione tecnologica (nuovo paradigma) come ad esempio lo sono state in passato la stampa e l’elettrificazione.
È evidente ormai che i percorsi di studio tradizionali, compresa la formazione professionale e manageriale, sono alla fine del loro ciclo di vita per molte ragioni tra le quali la loro totale inadeguatezza alle necessità del mondo del lavoro e l’enorme potenziale che le nuove metodologie di apprendimento digitali hanno rispetto ai metodi tradizionali.
Tornando all’entusiasmo dei giovani partecipanti, come in ogni edizione dei business game per tutti i tipi di partecipanti che abbiamo avuto in questi ultimi 10 anni – dai giovani universitari ai dirigenti, passando per ruoli anche molto operativi – nasce, secondo le loro dichiarazioni, da:
- il coinvolgimento e divertimento che questi “game” riescono a far scaturire nei team
- la semplificazione di concetti e teorie che in modo tradizionale sono di difficile comprensione
- la velocità di apprendimento
- l’auto apprendimento
- l’aspetto sociale del lavoro in team
- la competizione.
L’entusiasmo è stato tale che alcuni ragazzi (fra quelli che si stanno affacciando al mondo del lavoro) hanno chiesto di venire a lavorare da noi.
Business Simulation
Progettare e realizzare simulazioni di elevata qualità non è semplice perché richiede la presenza di tre classi di competenze che difficilmente si ritrovano in un unico gruppo di progetto: le competenze formative, le competenze che riguardano la capacità di progettare modelli (del business o dei processi socio economici che si vogliono simulare) e le capacità di programmazione software.
Spesso alcuni clienti ritengono che siano sufficienti le ultime e i risultati sono molto deludenti.
Nella nostra esperienza siamo riusciti a modellizzare business molto diversi fra loro richiesti anche da clienti del tutto nuovi, così come processi decisionali per i quali non sono stati realizzate finora, a nostra conoscenza, simulazioni a scopi formativi.
Chi volesse sapere come si realizza un business game efficace e coinvolgente può scrivermi, sarò lieto di svelargli i segreti del nostro mestiere (sempre che sia disponibile a pagare…).
Stefano Pivi
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