Leadership e cinema

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Leadership e cinema

Quali sono le capacità che una persona con un ruolo di leader dovrebbe avere?

Vi propongo un modello molto semplice – di Stra-Le –  sintesi di alcune recenti teorie e dell’esperienza che insieme ai miei amici colleghi abbiamo sviluppato in questi anni di lavoro.

Le cinque aree di competenza riguardano:

  1. Emotional Fitness – le emozioni come elemento positivo: la consapevolezza di sé, l’autocontrollo, la capacità di accedere alle proprie emozioni come fattore motivante, la capacità di emozionare gli altri, di portare sempre entusiasmo e ottimismo..
  2. Make things happen – la capacità di attuazione, di far succedere le cose: saper assumere le responsabilità, saper decidere,  persistere nel perseguire l’obiettivo, saper coinvolgere e organizzare gli altri, tenere i tempi…
  3. Engage the team – la capacità di lavorare in team: motivare gli altri, organizzare il lavoro di gruppo, gestire l’energia di tutti nella direzione degli obiettivi, dare importanza al contributo di tutti…
  4. Build networks – le capacità di costruire network di relazioni: aggregare le persone su interessi comuni, mantenere le relazioni nel tempo, essere un punto di riferimento per gli altri…
  5. Focus & Vision – la capacità di visione: dare senso alle attività del proprio team, avere visione, anticipare e pianificare, ridurre i rischi, innovare..

 

modello_competenze

 

Per ciascuna area ho scelto un film che può rappresentare in parte le competenze e che contiene molti comportamenti che esprimono queste capacità.

Non è un campione esaustivo di film sulla leadership, ma in questi film ci sono molti esempi  dei comportamenti descritti nel nostro modello di leadership (di cosa fare e non fare), e  che spesso si ritrovano in molti stili di leadership che abbiamo avuto modo di vedere in diverse organizzazioni.

Partiamo dall’area – Emotional Fitness – con un film del 1997, “Qualcosa è cambiato” con due attori formidabili: Jack Nicholson e Helen Hunt. Entrambi vinsero l’Oscar per questo film.

Jack Nicholson interpreta uno scrittore psicopatico incapace di esprimere emozioni positive verso gli altri, sebbene poi nei fatti, più che nelle parole, mostri solidarietà, amicizia e amore.

Lo scrittore nel corso del film impara l’importanza delle proprie emozioni e con grande fatica si sforza per capire ed esprimere finalmente i propri sentimenti. E’ un cambiamento banale – non c’è più la sua cameriere preferita a servirgli la colazione – a innescare in Jack la consapevolezza dei propri sentimenti e la strada per cambiare.

Make thinks happen. Un bel film recente: “Il ponte delle spie“, di Steven Spielberg con Tom Hanks sulla guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica ambientato alla fine degli anni ’50. L’avvocato interpretato da Tom Hanks accetta la difesa di una spia russa. Nonostante le differenze i due si intendono. Tom Hanks difende i diritti universali della costituzione americana e con furbizia salva la vita al suo assistito, ipotizzandone un futuro scambio con eventuali prigionieri americani in URSS.

Presto si presenta un’occasione. Viene catturato dai russi un giovane pilota americano alla guida di un’areo spia. La Cia chiede a  Tom Hanks di occuparsi dello scambio. L’avvocato riesce con maestria e perseveranza a negoziare lo scambio di due cittadini americani con la spia russa salvata dalla sedia elettrica.

Capacità negoziali, di comunicazione, di resilienza, assertività e coraggio interpretati da uno splendido Tom Hanks che già in molti altri film quali “Cast Away”, “Vieni a prendermi”,  “The terminal”, “Forrest Gump” aveva avuto modo di mettersi in luce per questi aspetti.

Engage the team. “The wolf of Wall Streetcon Leonardo Di Caprio è il film per eccellenza di come costruire, creare, gestire, motivare una squadra.

A metà degli anni ’80 Di Caprio interpreta un finanziere di assalto – Jordan Belfort -. Partendo da semplice venditore Leonardo / Jordan costruisce, in un vortice di successo, prima una squadra poi un’intera società finanziaria che con azioni poco lecite rende ricchi tutti i suoi dipendenti.

In un’esilarante crescendo Leonardo coinvolge i suoi con incredibile carisma verso un successo destinato nel suo caso a una fine non troppo gloriosa.

Build Networks. “Il Grande Gatsby“.

Anche qui un grande Leonardo Di Caprio veste i panni del Grande Gatsby del famoso romanzo del 1925 di Francis Scott Fitzgerald.

Le grandi capacità di networking sono alla base del successo di Gatsby che in buona parte del film come nel libro è quasi un personaggio mitologico sul quale sono state costruite leggende inverosimili.

Il modello di società di Gatsby, viziosa, ma vivace, emergente, innovativa si contrappone a quello dell’alta società del rivale Tom Buchanan, marito dell’amata Daisy.

Stile, generosità, entusiasmo, divertimento sono le grandi capacità del personaggio Gatsby alla base del suo successo.

Focus and Vision. “The Imitation Game“. 

La storia del matematico Alan Turing e della costruzione della sua “macchina” (di fatto il progenitore del computer) per la decodifica del codice enigma usato dai nazisti per le comunicazioni di guerra.

Alan viene “ingaggiato” dall’esercito insieme ad altri “geni”, ma di carattere geniale e solitario si scontra presto con il gruppo. Fino però ad essere incaricato della guida. Alan cambia strategia e decide insieme agli altri di costruire una macchina che possa interpretare il codice.

Capacità di innovazione, orientamento al risultato, resistenza alla fatica e al duro lavoro, capacità di dare senso visione al gruppo sono le competenze messe in risalto in buona parte del film. Purtroppo non basterà l’invenzione della macchina che ha contribuito a salvare l’Inghilterra e l’intera Europa a salvare Turing da un’odiosa persecuzione per la sua omosessualità.

Il grande capo 2006 – di Lars Von Trier

Un film al contempo molto spassoso e un po’ inquietante.

I temi manageriali sono numerosi: la leadership (in questo caso mancante), la responsabilità, la gestione delle persone, i conflitti, le acquisizioni, il gruppo, la negoziazione ed altro ancora.

Il Grande Capo è una figura “mitologica” a cui il capo vero ricorre ogniqualvolta debba prendere qualche decisione spiacevole. Fino al giorno in cui per condurre una trattativa di vendita dell’azienda dovrà ingaggiare un attore che ne rivesta i panni.

L’attore dapprima esegue in modo molto diligente le direttive del capo, ma con il passar del tempo incomincia ad immedesimarsi veramente nel ruolo, fino a rischiare di mandare all’aria la trattativa.

Come sempre Lars Von Trier, regista danese di avanguardia, stupisce e provoca. Molti comportamenti a cui assistiamo nel film sono tali e quali alla realtà in cui tutti ci troviamo spesso sul lavoro.

Il pregio del film è farci vedere da lontano quanto grotteschi e controproducenti siano questi atteggiamenti e comportamenti.