Formazione e politica

Il de­so­lan­te pa­no­ra­ma che ogni gior­no ap­pa­re da­van­ti ai no­stri, per for­tu­na, non an­co­ra ras­se­gna­ti, oc­chi ci mo­stra una po­li­ti­ca ita­lia­na, am­ma­la­to cro­ni­co, che per so­prav­vi­ve­re ha la ne­ces­sità ur­gen­te di un ra­di­ca­le mu­ta­men­to, che ab­bi­so­gna di uo­mi­ni ve­ra­men­te re­spon­sa­bi­li e so­prat­tut­to orien­ta­ti a rea­liz­za­re l’au­ten­ti­co obiet­ti­vo del­la po­li­ti­ca: il bene comune.

Ora mi sono chie­sta cosa pos­sia­mo fare noi, co­mu­ni cit­ta­di­ni, per­ché la po­li­ti­ca tor­ni a rap­pre­sen­ta­re una for­ma no­bi­le di at­ti­vità uma­na?

Da dove dob­bia­mo ri­par­ti­re?

Come fare per in­da­ga­re, pri­ma, le vere mo­ti­va­zio­ni all’im­pe­gno po­li­ti­co dell’uomo?

Come fare a do­ta­re co­lo­ro che sono sin­ce­ra­men­te vo­ca­ti al “ser­vi­zio” de­gli stru­men­ti fon­da­men­ta­li per svol­ge­re il loro com­pi­to?

L’impatto del­le do­man­de è sor­pren­den­te, ge­ne­ra spes­so ri­spo­ste sem­pli­ci e con­cre­te ispi­ra­te dal quo­ti­dia­no: cosa fa un buon ge­ni­to­re?

Edu­ca con l’in­se­gna­men­to e con l’esem­pio. Ac­com­pa­gna, af­fi­nan­do la pre­pa­ra­zio­ne, alla ma­tu­rità: in con­clu­sio­ne for­ma.

Se desideriamo che la politica, oggi, possa ancora rappresentare “la più alta forma di carità”è dal valore di “servizio” che dobbiamo ripartire.

Formazione quindi non intesa unicamente come abilità gestionale:

– il manager, come il capitano di una nave, misura e regola i parametri per seguire la rotta, aggiusta obiettivi, piani d’azione e budget per condurla in porto – obiettivi, tempi e budget sono le leve con le quali opera e deve saper ben usare;

-la politica invece è attività propriamente umana e dall’analisi degli uomini, materiale di cui dispone, deve partire per indagare prima le motivazioni all’impegno politico, peracculturare”, poi, alla concezione del mondo a cui si relaziona, al contesto organizzativo dal quale trae le risorse e alla realtà territoriale nella quale opera.

Formazione quin­di non in­te­sa come sem­pli­ce tra­smis­sio­ne di no­zio­ni, ma co­stan­te ri­cer­ca dei ta­len­ti di tut­ti da ri­co­no­sce­re, edu­ca­re alla re­spon­sa­bi­lità, all’ascol­to at­ten­to dei bi­so­gni del­la gen­te, alla co­mu­ni­ca­zio­ne che sti­mo­la l’in­tel­li­gen­za e coin­vol­ge il cuo­re.

Formazione che fa­ci­li­ti la partecipazione attiva e con­sa­pe­vo­le di ognu­no e del­la col­let­ti­vità, accorci la distanza che oggi esi­ste tra politica e società civile, fondi o rafforzi il legame di fiducia, ab­bia come obiet­ti­vo prin­ci­pe la co­stru­zio­ne co­stan­te dei rap­por­ti tra cit­ta­di­ni e tra cit­ta­di­ni e isti­tu­zio­ni.

Uno spazio d’impegno per co­lo­ro che cre­do­no che esi­sta sem­pre una pos­si­bi­lità di com­por­re gli in­te­res­si per­so­na­li in un intento di crescita comune; uno spa­zio dove per­so­ne, ispi­ra­te da va­lo­ri e me­mo­ri del­le ra­di­ci, sia­no pre­pa­ra­te a pren­de­re co­scien­za di di­rit­ti pri­va­ti e pub­bli­ci, di come que­sti si in­trec­ci­no con al­tret­tan­ti do­ve­ri, di come si eser­ci­ti­no gli uni e gli al­tri: persone preparate a interagire e mediare per il raggiungimento del miglioramento della vita della comunità.

E’ solo così che potremo avere una classe dirigente degna di questo nome: politici più maturi, responsabili, impegnati nella costruzione di una società più giusta e finalmente orientati a realizzare il vero obiettivo della politica:il bene comune. 

Lia Monopoli

 

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Stefano Pivi

Da oltre venti anni nella consulenza e formazione manageriale. MBA

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