Una inarrestabile full-immersion nella didattica a distanza
Sebbene nella mia esperienza da Coach-e-Formatore mi sia capitato spesso di lavorare su progetti cosiddetti Blended, ovvero percorsi di formazione dove la didattica tradizionale si integra a moduli on-line, quello che ho sperimentato nelle scorse tre settimane è stata una vera e propria (imprevista) full immersion di aule virtuali, di formazione a distanza e didattica on-line.
Così, tra una sessione di Business Game per gli studenti del NABA, la revisione di progetto per il Master di Publitalia’80 e le lezioni rigorosamente on-line per Alma e IED, ho nettamente percepito di essere dentro ad un meta-percorso di formazione dove lo studente in prima fila ero proprio io.
Questa digitalizzazione forzata, che in queste settimane ha del tutto sostituito la mia normalità professionale di formatore e Coach off-line, ha solo accelerato un processo lento ma inarrestabile di ovvio adattamento al mondo 2.0.
A distanza, ma più vicini
E così anche io, assecondando un cambiamento radicale ma necessario, ho deciso di rafforzare tutte le mie pregresse conoscenze tecnologiche, non solo dal punto di vista di tools e software (credo di aver provato tutte le piattaforme di docenza/formazione e collaborazione on-line), ma soprattutto di gestione e conduzione della didattica a distanza.
Parto dal condividere una conferma che ho avuto, una sorta di primo comandamento della didattica on-line: un’aula virtuale richiede una diretta proporzione tra la componente tecnologica e quella umana e relazionale.
Più cresce la prima, più deve essere forte e stabile la seconda.
E’ una questione di equilibrio, una ricetta dove ogni grammo di tecnologia richiede un extra grammo di relazione umana: digitale chiama analogico e viceversa, non c’è esclusione ma inclusione.
Partendo da questo assunto fondamentale, propongo di seguito un breve vademecum su come si conduce efficacemente un’aula virtuale:
Patto d’Aula
È necessario fare un solido patto d’aula con tutto il gruppo classe. Prima di iniziare, condividere le aspettative reciproche, modalità di lavoro ed i comportamenti attesi (fondamentali in aula fisica come in quella virtuale) aiuta tutto il gruppo a sintonizzarsi sulla stessa frequenza d’onda.
Da Coach direi che bisogna accordarsi sia sull’essere che sul fare.
Feedback e Comunicazione a due vie
Qui l’obiettivo è duplice: da un lato mantenere viva l’attenzione e l’energia, dall’altro essere sicuri che tutta l’aula stia seguendo.
Quindi ben vengano domande frequenti, aperture continue alla comunicazione a due vie, cercando di modulare le domande rispetto al livello dell’aula e a “difficoltà” crescente.
L’on-line ha bisogno di una fase di riscaldamento più lunga, e noi – in quanto formatori – dobbiamo rispettare questi tempi tecnici, modulando anche la forma e le procedure con le quali chiediamo ai partecipanti di entrare nelle discussioni e nel confronto d’aula.
Contatto visivo
L’ultima regola potrebbe sembrare la più banale, ma è fondamentale sia in termini di efficacia che di coinvolgimento. Se la comunicazione a distanza ci priva (in parte) di alcuni strumenti fondamentali come la prossemica e l’utilizzo del corpo, il contatto visivo diventa quindi obbligatorio. La videocamera accesa non è quindi un vezzo, bensì un assioma fondamentale dell’aula virtuale.
A presto con le altre “regole” dell’aula virtuale… scappo che mi aspettano in collegamento su Zoom!