Nello scorso articolo avevamo introdotto il concetto di Gremlin, noto anche come “sabotatore interno”, descrivendolo come quella voce presente in ognuno di noi che s’interpone tra l’individuo ed il suo massimo potenziale, creando paure, dubbi, insicurezze e ostacolando la più ampia e vera espressione del sé.
Una voce che frena il cambiamento, che ricorda gli insuccessi e sottolinea le criticità invece di lasciar cogliere le opportunità e far trasparire cambiamento e nuove prospettive.
Ora è tempo di condividere qualche strategia per gestire al meglio il proprio Gremlin, a prescindere dalle sembianze che assume di volta in volta, da quello che dice, da come lo dice e l’insistenza con il quale si manifesta.
Ecco quindi le tre principali strategie per far piazza pulita dei propri Gremlins:
- Consapevolezza. La prima strategia, potente quanto semplice, consiste nel notare e riconoscere quella fastidiosa voce interna.
Rick Carson, autore del libro “Taming your gremlin” dal quale prende spunto questo articolo, chiama questa strategia “Simply Noticing”, volendo sottolineare che come primo passo non sono richiesti particolari sforzi, né ci sono complicate domande da porsi o argute soluzioni da trovare. Si tratta semplicemente di prendere atto della presenza del sabotatore.
Il solo fatto di averne conoscenza aiuta a creare una separazione netta tra noi ed il Gremlin. La presa di coscienza che noi non siamo né i nostri sabotatori interni né le nostre credenze limitanti rappresenta il primo e fondamentale passo verso la libertà ed il cambiamento.
- Giocare con le opzioni. La seconda strategia che ci presenta Carson sottolinea l’importanza del gioco e della libertà di sperimentazione, una volta individuato il proprio Gremlin.
L’idea è di provare diverse opzioni che possono andare dall’esagerare volutamente la credenza limitante per renderla così caricaturale da risultare improbabile, all’uscire dalla propria comfort zone di comportamenti per “confondere” il Gremlin oppure immaginare semplicemente che il sabotatore si sgretoli “per vedere l’effetto che fa”.
Ognuna di queste opzioni deve essere pensata come momentanea, transitoria, perché è fondamentale imparare a godere della possibilità di scegliere senza cercare la soluzione definitiva.
Forzare una nuova convinzione o una nuova abitudine abbracciandola come universale ed inamovibile avrebbe il risultato di creare altri Gremlin pronti ad iniziare una nuova azione sabotatrice.
- Essere nel processo. E’ la consapevolezza che addomesticare i propri Gremlin non prevede una meta e che non esiste la tanta amata finishing-line. Si tratta, invece, di un processo di miglioramento personale che segue l’individuo in tutto il suo sviluppo. In altre parole, è la capacità di scegliere quali possibilità siano le più indicate oggi e continuare nel viaggio apprezzando che la vita si svela giorno per giorno, smascherando in questo modo uno dei più agguerriti e comuni Gremlin: quello che vorrebbe farci credere che la felicità sia da cercare da qualche parte nel futuro e non nel qui ed ora.
In tutto l’articolo abbiamo fatto riferimento al Gremlin sempre a livello dell’individuo, perché è proprio a livello del singolo, nella sua testa, che nascono e si sviluppano questi fastidiosi piccoli mostri. Sembrerebbe, infatti, essere proprio lì l’humus più fertile per la crescita di credenze limitanti e di sabotatori interni. Purtroppo non è l’unico luogo.
Immaginate quanti e quanto potenti sono i Gremlin all’interno dei team di lavoro o, allargando ancora di più l’orizzonte, nelle organizzazioni di qualsivoglia sorta.
Immaginate ora l’effetto devastante che questi meccanismi hanno sul clima aziendale e sul livello delle performance.
Un percorso di Team Coaching rappresenta in tal senso uno strumento potentissimo, capace di facilitare la consapevolezza della presenza di credenze limitanti e aiutare l’organizzazione a trovare soluzioni efficaci per liberare finalmente tutto il potenziale inespresso.

Nicola Chighine

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